(traduzione in italiano dall’inglese “Global definition of Social Work” anno 2014;
a cura di A. Sicora v2 dd. 17.02.15)
Il servizio sociale è una professione basata sulla pratica e una disciplina accademica che promuove il cambiamento sociale e lo sviluppo, la coesione e l’emancipazione sociale, nonchè l’empowerment e la liberazione delle persone. Principi di giustizia sociale, diritti umani, responsabilità collettiva e rispetto delle diversità sono fondamentali per il servizio sociale. Sostenuto dalle teorie del servizio sociale, delle scienze sociali, umanistiche e dai saperi indigeni, il servizio sociale coinvolge persone e strutture per affrontare le sfide della vita e per migliorarne il benessere.
La definizione di cui sopra può essere ampliata a livello nazionale e/o regionale.
Il commento serve per decomprimere i concetti fondamentali utilizzati nella definizione e fornice dettagli su: mandati di base, principi, conoscenza e pratica della professione di assistente sociale.
I mandati fondamentali della professione di assistente sociale comprendono la promozione del cambiamento, della coesione sociale, nonché l’empowerment e la liberazione delle persone.
Il servizio sociale è una professione pratica e una disciplina accademica che riconosce che i fattori storici, socio -economici , culturali, territoriali, politici e personali interconnessi sono opportunità e/o barriere per il benessere e lo sviluppo umano. Le barriere strutturali contribuiscono al perpetuarsi delle ineguaglianze, della discriminazione, dello sfruttamento e dell’oppressione. Lo sviluppo di una coscienza critica attraverso la riflessione sulle fonti strutturali di oppressione e/o di privilegio sulla base di criteri quali razza, classe, lingua, religione, genere, disabilità, cultura e orientamento sessuale, e lo sviluppo di strategie di azione dirette ad affrontare gli ostacoli strutturali e personali sono al centro di una pratica emancipatoria in cui gli obiettivi sono l’empowerment e la liberazione delle persone. Quale espressione di solidarietà con coloro che sono svantaggiati, la professione si sforza di alleviare la povertà, di liberare le persone vulnerabili e gli oppressi, nonchè di promuovere l’inclusione e la coesione sociale .
Il mandato del cambiamento sociale si basa sulla premessa che l’intervento del servizio sociale ha luogo quando si ritiene che sia necessario portare cambiamento e sviluppo ad una determinata situazione a livello della persona, della famiglia, di piccoli gruppi, della comunità o della società. Esso è guidato dalla necessità di sfidare e cambiare quelle condizioni strutturali che contribuiscono all’emarginazione, all’esclusione sociale e all’oppressione. Le iniziative di cambiamento sociale riconoscono il ruolo dell’agire umano nel promuovere i diritti umani e la giustizia economica, ambientale e sociale. La professione è parimenti impegnata al mantenimento della stabilità sociale, nella misura in cui tale stabilità non viene utilizzata per emarginare, escludere o opprimere un particolare gruppo di persone.
Lo sviluppo sociale è concepito per concretizzarsi in strategie di intervento, condizioni finali desiderate e un quadro politico, quest’ultimo in aggiunta al più comune quadro residuale e istituzionale. Si basa su valutazioni e interventi di tipo olistico biopsicosociale e spirituale che trascendono il divario micro-macro incorporando più livelli del sistema e collaborazioni intersettoriali e interprofessionali finalizzate allo sviluppo sostenibile. Dà priorità allo sviluppo sociostrutturale ed economico e non condivide il luogo comune secondo cui la crescita economica è un prerequisito per lo sviluppo sociale.
I principi generali del servizio sociale sono: il rispetto per il valore intrinseco e per la dignità degli esseri umani, il non fare danni a nessuno, il rispetto per la diversità, la difesa dei diritti umani e la giustizia sociale.
Promuovere e sostenere i diritti umani e la giustizia sociale costituiscono la motivazione e la giustificazione [essenziale] del servizio sociale. La professione di assistente sociale riconosce che i diritti umani debbano coesistere con la responsabilità collettiva. L’idea di responsabilità collettiva mette in evidenza sia il fatto che i diritti umani individuali possono essere realizzati giorno per giorno solo se ognuno si assume la responsabilità per l’altro e per l’ambiente, sia l’importanza della creazione di rapporti di reciprocità all’interno delle comunità. Conseguentemente, un importante obiettivo del servizio sociale è quello di difendere i diritti delle persone a tutti i livelli facilitandone gli esiti dove le persone si assumono la responsabilità del benessere dell’altro, capiscono e rispettano l’interdipendenza tra le persone e tra le persone e l’ambiente.
Il servizio sociale abbraccia diritti di prima, seconda e terza generazione. I diritti di prima generazione si riferiscono ai diritti civili e politici, quali la libertà di parola e di coscienza e la libertà dalla tortura e dalla detenzione arbitraria; i diritti socio-economici e culturali di seconda generazione includono i diritti di ragionevoli livelli di istruzione, sanità e alloggio e i diritti linguistici delle minoranze; i diritti di terza generazione sono focalizzati sul mondo naturale e sul diritto alla biodiversità di specie e all’equità intergenerazionale. Questi diritti si rafforzano reciprocamente, sono interdipendenti e danno spazio sia ai diritti individuali che a quelli collettivi.
In alcuni casi “il non fare danni a nessuno” e “il rispetto per la diversità ” possono rappresentare valori in conflitto e competizione [con altri], per esempio dove nel nome della cultura sono violati i diritti, compreso il diritto alla vita, di gruppi minoritari come quelli delle donne e degli omosessuali. I “Global Standards for Social Work Education and Training” (Standard globali per la formazione al servizio sociale) si riferiscono a questo complesso problema sostenendo che gli assistenti sociali debbano essere formati ad un approccio di base sui diritti umani, con una nota esplicativa che recita:
Tale approccio potrebbe facilitare confronti e cambiamenti costruttivi dove certe credenze culturali, valori e tradizioni violano i diritti umani fondamentali dei popoli. In quanto dinamica e socialmente costruita, la cultura è soggetta a decostruzione e cambiamento. Tali confronto costruttivo, decostruzione e cambiamento possono essere facilitati mediante la trasformazione e la comprensione di valori culturali, credenze e tradizioni particolari, e attraverso un dialogo critico e riflessivo con i membri del gruppo culturale nell’ambito di un confronto più ampio sui diritti umani.
Il servizio sociale è sia interdisciplinare che transdisciplinare e si basa su una vasta gamma di teorie e ricerche scientifiche. In questo contesto la “scienza” si intende nella sua accezione più elementare come “conoscenza”. Il servizio sociale attinge i propri fondamenti teorici e di ricerca in costante sviluppo, così come le teorie, da altre scienze umane, incluse ma non a titolo esclusivo: lo sviluppo di comunità, la pedagogia sociale, l’amministrazione, l’antropologia, l’ecologia, l’economia, la scienza della formazione, il management, le scienze infermieristiche, la psichiatria, la psicologia, la sanità pubblica e la sociologia. L’unicità delle ricerche e delle teorie del servizio sociale è che queste vengono applicate e hanno carattere emancipatorio. Gran parte della ricerca e delle teorie del lavoro sociale è co-costruita con gli utenti dei servizi in un processo dialogico interattivo e perciò prende forma da specifici ambienti di pratica.
Questa definizione riconosce che il servizio sociale debba essere formato non solo da ambienti di pratica specifici e da teorie sviluppate in Occidente, ma anche da conoscenze indigene. Parte dell’eredità del colonialismo consiste nel fatto che è stato dato valore solo a teorie e conoscenze sorte in Occidente e che le conoscenze indigene sono state svalutate, sminuite ed egemonizzate dalle teorie e conoscenze occidentali. Questa definizione cerca di arrestare e invertire quel processo riconoscendo che i popoli indigeni in ogni regione, paese o zona portano propri valori, modi di conoscere e di trasmettere le proprie conoscenze e hanno dato inestimabili contributi alla scienza. Il servizio sociale cerca di rimediare allo storico colonialismo scientifico occidentale e alla relativa egemonia ascoltando e imparando dai popoli indigeni di tutto il mondo. In questo modo prenderanno forma e saranno co-create da popoli indigeni conoscenze di servizio sociale che saranno più adeguatamente praticate non solo in ambito locale ma anche in quello internazionale. Attingendo al lavoro delle Nazioni Unite , l’IFSW (Federazione Internazionale degli Assistenti Sociali) definisce le popolazioni indigene come segue (http://ifsw.org/policies/indigenous-peoples):
Il servizio sociale trova leggittimità e mandato nei propri interventi [mirati] nei punti in cui le persone interagiscono con il loro ambiente. L’ambiente include i vari sistemi sociali nei quali le persone sono inserite, nonchè il naturale ambiente geografico, che ha una profonda influenza sulla vita delle persone. La metodologia partecipativa sostenuta nel servizio sociale si riflette nel [principio della Global Agenda che dice: “il servizio sociale] coinvolge le persone e le strutture per affrontare le sfide della vita e migliorare il benessere”. Per quanto possibile, il servizio sociale persegue un lavoro con piuttosto che per le persone. Coerentemente con il paradigma dello sviluppo sociale, gli assistenti sociali utilizzano una serie di competenze, tecniche, strategie, principi e attività a vari livelli del sistema volti a fare manutenzione al sistema stesso e/o a cercare di cambiarlo. La pratica del servizio sociale si estende su una vasta gamma di attività, tra cui: varie forme di terapia e di consulenza, lavoro di gruppo e lavoro di comunità; formulazione e analisi di politiche; advocacy e interventi politici. Da una prospettiva emancipatoria, che questa definizione supporta, le strategie del servizio sociale sono finalizzate ad accrescere la speranza delle persone, l’autostima e il potenziale creativo per affrontare e sfidare dinamiche di potere oppressive e fonti strutturali di ingiustizie, incorporando così in un insieme coerente la dimensione di intervento micro/macro, personale/politica. Il focus olistico del servizio sociale è universale, ma le priorità della pratica del servizio sociale varieranno da un paese all’altro e di volta in volta a seconda delle condizioni storiche, culturali, politiche e socio- economiche.
È responsabilità degli assistenti sociali in tutto il mondo difendere, arricchire e realizzare i valori e i principi enunciati in questa definizione. Una definizione di servizio sociale può essere significativa solo quando gli assistenti sociali si impegnano attivamente per i valori e la vision [in essa espressi].